Vincolo di sangue by Arrighi Gianluca

Vincolo di sangue by Arrighi Gianluca

autore:Arrighi, Gianluca [Arrighi, Gianluca]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


13. SCRIPTA MANENT

Per questi motivi, visto l’articolo 533 del codice di procedura penale, la prima Corte d’Assise di Milano dichiara Quartararo Rosalia colpevole del reato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere e condanna l’imputata alla pena dell’ergastolo. Dichiara altresì Quartararo Rosalia interdetta in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena. Ordina che la sentenza di condanna sia pubblicata per estratto sul quotidiano «Il Corriere della Sera» di Milano, nonché mediante affissione nel Comune di Pozzuolo Martesana.

Cominciai a leggere dalla fine quella lunga e dolorosa sentenza. Non avevo appuntamenti e, appena arrivato in studio, presi dall’armadio il fascicolo di Rosalia e sprofondai nelle carte.

Non dovevo affrontare il caso in modo «aggressivo», ossia esaminando quali parti della motivazione della sentenza fossero deboli e, di conseguenza, più facilmente impugnabili. Sotto quell’aspetto ormai il caso era chiuso. La mia attività professionale, come difensore, doveva limitarsi alla fase esecutiva della condanna, ma non poteva comunque prescindere dalla conoscenza dell’esatta dinamica dell’omicidio, così come era stata ricostruita nel processo.

Avrei dovuto riscontrare le differenze con la lacunosa versione dei fatti fornita da Rosalia, che quella stessa mattina mi aveva detto di non ricordare praticamente nulla di ciò che era accaduto dopo i colpi sferrati a Maria Concetta. Come venne poi accertato dagli operatori penitenziari, si trattava di un «disturbo mnestico», fenomeno abbastanza frequente nei casi di figlicidio. Può accadere, in altri termini, che la nostra mente crei un meccanismo psichico di difesa volto ad allontanare dalla memoria i ricordi inaccettabili o insostenibili per l’Io.

La lettura degli atti mi consentì di ricostruire con precisione la verità processuale, entità tecnicogiuridica che però l’esperienza insegna non essere sempre aderente alla verità storica di un fatto delittuoso.

Per l’operatore del diritto, tuttavia, la verità processuale, una volta formalizzata come definitiva, deve rappresentare il punto di partenza per ogni successiva valutazione.

La motivazione della sentenza mi gelò il sangue.

Questo, in sostanza, ciò che scrissero i giudici: L’azione lesiva ha avuto un consapevole crescendo di intensità, quasi delle tappe di attivazione nel perseguimento del fine omicida; dai colpi al volto la Quartararo è passata a quelli al capo, e non si è fermata neppure quando, dopo il primo colpo alla testa, la figlia è stramazzata a terra svenuta; e ha continuato a colpire per altre quattro volte almeno, come è testimoniato dalla altrimenti inspiegabile collocazione delle cinque ferite lacerocontuse al cuoio capelluto, tutte nella stessa zona e perciò indicative della immobilità della vittima. E ha smesso solo quando ha ritenuto di averla uccisa come si prefiggeva, tanto che è andata a procurarsi oggetti utili ad avvolgere e contenere il corpo, al fine ovvio di disfarsene come alla fine poi avverrà.

Una volta accertato che l’azione lesiva della Quartararo era ab origine sorretta dal dolo omicida, deve poi constatarsi che la medesima ha posto in essere una ulteriore azione di strangolamento; sulla obiettività di tale condotta non è dato dubitare alla luce della accertata morte e dei segni esterni rinvenuti sul cadavere.

Strangolamento. Rosalia, nel suo frammentario racconto dei



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